Sfumature tra gli incavi d’ottone, tra retrò e gusto raffinato
Amore sconfinato per la musica, gusto retrò e armonica come fidata compagna di vita. L’ultimo lavoro di Giuseppe Milici, The Look Of Love, è un omaggio a tutto ciò che ha permmesso al musicista palermitano di poter vivere di musica, di fare della musica la propria vita. Tra jazz e bossa nova, tra rivisitazioni che trasfigurano completamente l’originale (Singin’ In The Rain, La Solitudine) e canzoni che rinnovano la propria freschezza (I Will Survive, Besame Mucho), The Look Of Love è un valido spaccato di ciò che è stato e di ciò che è Milici.
Qualche episodio potrà non incontrare i gusti personali di ciascuno di voi, ma è indubbia la genuinità e la sincerità che traspare in questo disco. Un omaggio a ciò che ha permesso la propria crescita personale, un omaggio da apprezzare sotto molti punti di vista.
Abbiamo scambiato quattro parole con Giuseppe Milici per approfondire la sua conoscenza e per scoprire come un’armonica sia riuscita a convincerlo a lasciare il posto fisso in favore della passione di una vita.
Giuseppe Milici – The Look Of Love
Jazz
Irma Casa Di Primordine, 2016
Italia
Ciao Giuseppe, benvenuto su In Media Rex. Per rompere il ghiaccio, parlaci della genesi di “The Look Of Love”: da dove è partita l’idea?
Come per ogni cosa nella mia vita ho fatto tutto d’un fiato in modo da non perdere l’entusiasmo. Individuato l’arrangiatore (Papik) ci siamo incontrati per discutere quali brani inserire e decidere gli ospiti, dopo 4 mesi era tutto pronto.
Le molte e pregevoli rielaborazioni di classici della musica possiamo considerarle come un omaggio a quella che è stata la scintilla artistica che ti ha poi portato a fare della musica stessa parte preponderante della tua vita e del tuo lavoro. Quale è stata la scintilla che in passato ti ha convinto che la musica sarebbe stata la via da seguire nella tua vita professionale e non solo?
Quando ho ascoltato l’armonica per la prima volta ho capito subito che sarebbe stata quella la strada da seguire, anche perché mi affascinava tantissimo l’idea di suonare uno strumento in grado di fare grandi cose pur essendo estremamente piccolo a tal punto da poter essere riposto in una tasca.
In “The Look Of Love” c’è anche Dimmi Cos’è, brano la cui genesi è piuttosto interessante. Vuoi parlarcene?
Il brano l’ho scritto per armonica diversi anni fa, ma diventa canzone solo di recente quando un mio caro amico (Alfonso Camarda) ne ha scritto il testo. Il passo successivo è stato proporlo ad Alan Scaffardi che, fortunatamente per me, ha accettato di cantarlo.
Quale è stato il momento più intenso nella realizzazione del disco?
Amo soprattutto la fase progettuale, il momento delle intuizioni è quello che mi stimola di più.
Guardando indietro, quale è una cosa, un avvenimento o un momento per cui ti senti particolarmente orgoglioso ancora oggi?
L’aver rifiutato il posto fisso a favore della libera professione è una delle cose che mi rende maggiormente orgoglioso.
Se dovessi descrivere la tua essenza musicale con un film, un dipinto, un momento della giornata.
Sicuramente un quadro di Jack Vettriano.
A proposito di film: hai partecipato spesso alla composizione di colonne sonore per lungometraggi e prodotti televisivi. Puoi raccontarci di quest’esperienza? Come è nata la collaborazione tra te e il mondo delle immagini animate?
Anni fa mi divertivo a vedere i film senza l’audio e componendo io stesso le musiche… Il resto lo ha fatto la passione per la musica ed il cinema.
In ultima battuta, dicci un sogno nel cassetto ancora da realizzare, una speranza, un brano (tuo o di altri artisti) da dedicare a chiunque tu voglia.
A proposito di cinema, il mio sogno è quello di scrivere la colonna sonora di un film struggente. Adoro lavorare sulle immagini! Proprio come quelle che il mio amico Charley Fazio ha realizzato per il mio brano Kalsa.
Andrea Mariano
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